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Massimo Presciutti e Metropolis Zero


Disegno di Massimo Presciutti, 2015 © Siae Roma / Arsny New York

Metropolis Zero è stata una rivista on line fondata e diretta da Andrea Schneider dal 2015 al 2019 i cui contenuti sono stati ripresi nel sito web Collettivo Urbano diretto da Rosalba Pipitone. Tutti i miei articoli sono stati ripubblicati, a cominciare dal primo, Satira d'annata. Nonostante gli stili diversi della gioventù e della maturità il contenuto di Satira d'annata mi sembra coerente con un mio articolo uscito su Ca Balà nel settembre 1977, Ridere fa bene alla salute, che riporto integralmente:


Da Ca Balà periodico trimestrale, N. 45 - N. 5 nuova serie, Settembre 1977

RIDERE FA BENE ALLA SALUTE
di Massimo Presciutti
da Ca Balà N. 46 – N. 5 nuova serie, Settembre 1977


Da Ca Balà periodico trimestrale, N. 45 - N. 5 nuova serie, Settembre 1977

Anche rimanendo nel nostro secolo possiamo tranquillamente dire che nell'Italia contadina si rideva in modo e per ragioni diverse (prevalenza del fattore collettivo e ludico) che nei centri urbani, dove l'individualismo e il mito della scalata sociale derivanti da un diverso tipo di struttura o se si vuole di organizzazione del lavoro, hanno come contraltare una comicità a senso unico, diretta, cioè, verso tutto ciò che rimane al di fuori (e quindi al di sotto del mondo e dei valori borghesi. Se nel primo caso la funzione del comico ha un carattere biologico, addirittura curativo (espulsione dell'umore nero) nel secondo caso si ha la perdita di ogni carattere viscerale e la totale subordinazione a un certo tipo di razionalità, per cui il borghese non ride mai direttamente, ma sempre di riflesso. Mentre in un caso predomina la VOLGARITÀ, nell'altro predomina il MORALISMO, e il riso del moralista significa sempre esclusione della volgarità.

La conseguenza di questa dicotomia è che esiste un tipo di satira che il potere usa come strumento di repressione (la messa in ridicolo diventa un'arma contro chi esce dalla normalità) e un altro che è patrimonio dell'oppresso e testimonia la sua aspirazione alla libertà (la pratica della volgarità come rifiuto). È ovvio poi che il potere può fagocitare ciò che gli era rimasto fuori e renderlo innocuo: basta pensare a Carnevale che rende funzionale al sistema l'idea del rovesciamento del sistema stesso.

La difficoltà per chi usa la satira come arma politica è quindi quella di individuare le contraddizioni che esprimono il desiderio di liberazione che il potere non potrà mai soddisfare: la satira come espulsione, la satira come pratica diretta.

Durante il primo incontro nazionale sul fumetto che si è svolto a Trento il 31 marzo (1977 N.d.R) a cura del C.A.R.C. (Centro Animazione e Ricerca Culturale) e del U.C.T. (rivista Uomo Città Territorio), un appunto che veniva fatto alla satira era proprio quello di far uscire (se si vuole attraverso la bocca che ride) tutte le energie che invece sarebbe meglio impiegare contro il potere. Certo, però si potrebbe anche sostenere che ridere fa bene alla salute (ci sono testimonianze che gli stregoni nelle società arcaiche, mezzi dottori mezzi comici, qualcosa riuscivano a combinare) e si lotta molto meglio quando si sta bene.


Disegno di Massimo Presciutti, 2015 © Siae Roma / Arsny New York



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