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I video di Massimo Presciutti

 Il metro di Valencia - "Una canción muy emotiva" è il commento perfetto del nostro ospite spagnolo Juan Carlos Alguacil per questa canzone. Il metro come treno underground e come unità di misura dei sentimenti. D'altra parte i sentimenti non si possono misurare con una semplice unità di misura spaziale perché vivono nello spazio-tempo.
 Pieghe - Tra le pieghe del mese di maggio una frase spuntò improvvisamente dalla primavera della vita: "Che t'importa tu hai il Brasile dentro te". L'ho capita col tempo, dopo oltre trent'anni, a tal punto da musicarla per poi inciderla coinvolgendo l'Archivio del tempo che passa di Berlinghiero Buonarroti, la violetta di Santa Caterina di Vigri (1415) costruita e suonata da Jamie Marie Lazzara, il prezioso flauto traverso di Rossella Tupone.
 I miserabili - Prima versione, integrale, della canzone. Incisa con Fulvio Dumini, che aveva messo amichevolmente a disposizione anche lo spazio per registrare. Depositata alla S.I.A.E nel 2002 è stata alcuni anni inedita fino a quando, dieci anni dopo, elaborando il capolavoro di Victor Hugo nel Laboratorio Linguistico Musicale, decido di farne un clip.
 È andata bene com'è andata - Terza versione della canzone, movimento lento e aria di musica classica grazie al flauto di Rossella Tupone, alle note lunghissime che riescono a rendere soft perfino la mia voce e la mia chitarra, inclini entrambi all'enfasi. Essendo il racconto di un sogno le parole sembrano scaturire dall'acqua.
 Like my daughters - Dedicata alle mie tre figlie e alla loro irruente adolescenza che fortunatamente, come un fiume in primavera, mi portava via da pantani e stagni senza che loro lo sapessero. Ascoltando le loro storie il mondo mi appariva amichevole e pieno di sorprese. Non a caso riempii la mia macchina di gente andando a registrare a Compiobbi. Martina invece è venuta a casa mia ad incidere la sua parte.
 Sotto c'è il mare - Canzone–manifesto: Gli uomini confondono con le costellazioni dell'abisso le stelle che le zampe delle anitre disegnano nella cedevole mota del pantano (Victor Hugo, I miserabili). Le immagini si riferiscono al primo meeting con Rossella Tupone al Laboratorio Linguistico Musicale, si sta provando Il Panda.
 Dolci - Scritta nel 1990 descrive un ritorno mai concluso perché i ritorni sono impossibili a differenza delle partenze che sono sempre definitive. Il senso di ciò che definiamo arte è fermare dentro di noi ciò che chiamiamo anima e che è sempre in movimento. Gli attori del palcoscenico della nostra vita cambiano continuamente la nostra visione della realtà.
 Balena - Lunga la storia di questa canzone pubblicata per la prima volta nel 1987 nel lussuoso volume contenente dieci serigrafie numerate e firmate di Berlinghiero Buonarroti. L'incisione proviene dal CD Mezzo ciclista e mezzo pittore (Studio "Silence" di Marco Lamioni, 2000). L'occasione per il clip parte dalla collega insegnante Linda Giannini così come i disegni dei ragazzi sono presi dal progetto Pinocchio 2.0.
 Prince toad - La classica storia del principe rospo cantata in un inglese imperfetto. La lingua inglese mi è assolutamente necessaria per fare progetti europei nel campo dell'educazione, quindi l'ho dovuta imparare, all'inizio del XXI secolo. L'inadeguatezza è ciò che ci rende umani e Rita Levi Montalcini nell'Elogio dell'imperfezione parla della bellezza e della valenza dell'imperfezione linguistica.
 Amore nero - Stavo cenando alla festa della Rificolona dell'Ellera con gli amici e la figlia di uno di loro stava servendo a tavola. Mentre portava il secondo si parlò un po'. La mattina dopo avrei dovuto fare il video di una canzone e lei sarebbe dovuta ripartire per Dresda in giornata. La vedo in linea su Facebook e le chiedo di venire a Boboli e improvvisare una danza. Una volta sul posto Elena ascolta per un minuto la canzone, memorizza il ritmo e improvvisa nel silenzio tra turisti curiosi o esibenti indifferenza. In perfetta sincronia con la partenza all'aeroporto di Peretola.
 Pomeriggio d'estate - Dedicata alla memoria di mia madre che appare, giovane, all'inizio del video. Guardando le donne in abiti estivi colorati camminare come danzando nei canti del mondo in cui mi ha portato il destino, il pensiero di essere nato da una donna me le rende tutte conosciute nell'ignoto, in profondità dove l'umanità dominante non ha mai messo piede pur avendo lì le proprie radici.
 Tesori trasparenti di Calabria - Scritta il giorno dopo il rientro dalla seconda vacanza a Guardia Piemontese 2014. Registrata la notte stessa. Si vedono anche immagini di Tropea, Camigliatello e Lorica. In tempo di crisi poca gente in vacanza, nella piazza del paese non si camminava mi dicono gli amici, ora le strade di notte riportano agli anni sessanta, a Gaber e Fellini, compreso l'ottimo mercatino di libri fuori commercio pieno di sorprese dove ho acquistato, tra gli altri, Il lupo mannaro di Boris Vian.
 Il galeottero - Un omaggio agli errori che fanno i bambini che imparano a scrivere e leggere. Tutto parte da Jean Valjean, il galeotto gentiluomo dei Miserabili. Una bambina invece di galeotto ha scritto galeottero inventando così un nuovo animale a strisce da classico carcerato dell'ordine dei Coleotteri, insetti dal corpo solido, duro e resistente cui appartengono anche i maggiolini, i cervi volanti, i carabi rossi, le cetonie dorate, gli scarabei ercole, i necrofori, le lucciole, i telesfori, le calandre del grano, i tenebrioni mugnai, i cerambici eroi. I disegni sono tutti dei ragazzi della mia classe, terza elementare.
 Macchina del tempo - La canzone dell'estate 2014 fatta nella mia casa di Camporeggiano con i miei amici suonatori, Fabio Gaggioli e Valentino Sebastiani. Macchina del tempo è un titolo che va a pennello per questo happening dove la canzone non è che un mezzo, una macchina, per viaggiare nella memoria e nei ricordi del nostro piccolo, nobile e orgoglioso borgo. Si parla di gioventù e della rivolta che caratterizzò la gioventù negli anni Sessanta. Il genere underground, l'espressione artistica dei ragazzi di allora, è definito triste come una miniera abbandonata piena di vene creative.
 I falchi amano i monti - Svegliarsi dopo il pisolino pomeridiano, quando me lo posso permettere, riserva sempre delle sorprese. Mi addormento leggendo un libro o il giornale e il risveglio è quasi sempre dovuto a un fattore esterno: la gatta, le voci delle donne di casa o della gente che transita in via del Corso. Ricordarsi i sogni è più facile che al mattino perché posso poltrire e ripensare. Mi svegliai con negli occhi un cavallo che ballava in un vecchio paese. Gente antica, Appenino tosco-emiliano. Nelle orecchie un valzer lento che ho registrato immediatamente nel cellulare prima di dimenticarlo.


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